IL MIO VIAGGIO IN UZBEKISTAN
Tornare da un viaggio in Uzbekistan e sentirsi una persona diversa ! E' capitato anche a me, come a tanti che hanno vissuto il sogno di vivere non un viaggio ma una vera esperienza di vita e di emozioni, di colori e di avventure, nel cuore della Via della Seta ! E' passato quasi un mese dalla mia partenza verso la terra del Tamerlano e i ricordi sono ancora vividi ,talmente vivi che ancora oggi sono in una dimensione di limbo spirituale . Un sogno, finalmente realizzato, ad occhi aperti . Sara' difficile dimenticare i sapori, i colori dei vestiti tradizionali, le spezie, il mosaico di genti, lingue e costumi , le atmosfere da “Sogno di Una Notte di Mezza Estate” delle sue città piu' iconiche , la sua cultura, la sua storia millenaria, la sua grazia ed eleganza , la sua umiltà e fierezza. Partiamo dal presupposto che non sto descrivendo una semplice meta di viaggio, ma una dimensione quasi onirica, che sa fondere bellezza e tradizione, cultura e turismo e preservazione di usi, costumi e memorie, in un equilibrio quasi perfetto. Il mio viaggio inizia da Urgench, nel estremo ovest , dominato da steppe e deserti . Mi accoglie il mio autista, un simpaticissimo signore che , nonostante quel poco di inglese che masticava, mi fa sentire subito a casa , accogliendomi con un “ welcome” talmente pieno di orgoglio e di amore per il suo splendido paese che mi ha quasi commosso. Da Urgench, città alle porte del deserto del Kizilkum , ci dirigiamo verso Nukus, il capoluogo del Karakalpakistan. La prima impressione è stata quella di una città anonima e senza una sua anima ben definita, ma, come ho appreso negli anni, viaggiando, le sorprese si svelano poco a poco e quando meno te le aspetti . Qui si parla karakalpako, un idioma un po gutturale e un tantino cacofonico, molto simile al kazako e si parla russo , la lingua franca delle etnie. A differenza degli uzbeki, i nativi hanno caratteri mongoli, indossano i vestiti tradizionali delle tribù e dei villaggi rurali di origine degli antenati. Un po piu schivi , ma tutti gentilissimi e osservanti ! Tanto che non c'è stato verso di chiedere una birra durante la cena . Dopo una squisita cena a base di saslik ( spiedini di agnello e manzo ) è ora di andare a dormire, dopo un the nero e verde di benvenuto ovviamente! Il giorno dopo mi attendono le prime meraviglie in terra uzbeka. Appena sveglio, visita al simbolo di questa città, il notevole Museo Savicky , ribatezzato, grazie alla ricchezza delle esposizioni, il “Louvre delle Steppe” e a buona ragione capisco perchè: mi trovo davanti a qualcosa di straordinario . Ivi sono esposte le opere pittoriche dei maggiori artisti scomodi e di dissenso dell'avanguardia di epoca sovietica e che hanno potuto vedere le proprie opere salve e preservate dalla censura fino all'epoca della ben nota Perestroyka. Proseguo per Aul Topi e Chimbay, villaggi di campagna dove si producono, da generazioni, le famose yurte , è qui che mi accoglie una famiglia karakalpaka , con cui condivido un ottimo pranzo nella loro casa, allestita a festa pechè l'ospite è sacro e deve essere accolto al meglio ! Si prosegue per Khiva , che mi accoglie con le muraglie e torri del Ichan Kala, la città vecchia, al calar del sole , dopo un entusiasmante percorso lungo il deserto, fra rovine di fortezze turaniche millenarie e panorami surreali e dai colori variopinti ! Descrivere la bellezza di Khiva , goduta per tutta la giornata seguente, è difficile da riassumere. Io ho preferito racchiudere le mie impressioni , su questo gioiello architettonico, in una parola sola : “bomboniera” . Vederla ti ricorda la città fantastica di Aladino e del tappeto volante , quelle atmosfere da Mille E Una Notte, oltretutto perfettamente restaurate e conservate con rigore e devozione quasi maniacale . Bellissima e raccolta nei suoi palazzi , muraglie, botteghe, madrasse e minareti , di cui è impossibile non citare quello Blu o Kalta Minor , splendido e peculiare nelle forme ! Per non farmi mancare nulla, mi regalo una esperienza non per tutti : un viaggio di sette ore, in cuccetta, a bordo del treno anni '60 , lungo la ferrovia che taglia il deserto in due , per arrivare nella città nota come la Nobile . Premetto che le stazioni ferroviarie che ho visto , oltre che esteticamente eleganti e piu simili ad aeroporti , sono tutte messe a lucido ed i treni puntuali ! Lo stesso dicasi a bordo. Certo un treno di era Krusciov non è certo l'Orient Express, ma per essere comodo è comodo e molto pulito. Ed eccomi nella splendida Bukhara . Maestosa, imponente , regale e ad ogni vicolo o angolo ti svela soprese e meraviglie. Difficile da descrivere la perfezione dei decori nei mihrab, splendidi esempi di arte islamica , dove si ammira la abile tecnica del cosidetto “merletto di pietra”, che arricchisce moschee, palazzi e mausolei di questa città , vivace e colta , come i suoi quattro bazar, le madrasse e quartieri medievali, la fortezza di Ark , che ci ricorda i fasti degli emiri , le cupole azzurre in maiolica , il splendido e maestoso Minareto di Kalon, per secoli “bussola per le carovane” , gli affreschi e bassorilievi che si ammirano in tanti dei suoi luoghi , senza dimenticare l'Hammam del XVI sec., ancora in uso . Qui, con un po' di spirito temerario , mi sono concesso un salubre bagno turco con massaggio alle erbe che, eh beh, miracoloso . E che dire della notte nella yurta ? Fra Nurata e il lago di Aydar . Da veri nomadi, una esperienza da fare almeno una volta nella vita, come la camminata a dorso di dromedario o sulle dune del deserto in attesa del tramonto. Una notte, questa , che anticipa il mio viaggio verso la leggendaria città di Samarcanda ! Dopo un tragitto variegato, che mi porta dal deserto alle fertili campagne del Navoy, ecco che mi accoglie e sorprende, una città frenetica, in costante evoluzione e decisamente ricca. La attuale Samarcanda, luogo sospeso fra quello che è , dieci passi avanti le altre e memore di quello che fu, Afrosyab , la città piu importante ,con Roma e Babilonia, che da quattromila anni incanta e ammaglia monarchi e viandanti, carovane e mercanti . Qui si sentono parlare tre lingue allo stesso tempo, l'uzbeko, il persiano o tajiko ed il russo , si degustano squisiti vini e cognac , si ammirano raffinati viali alberati e qua e la, gli spendori architettonici che punteggiano il centro, ci ricordano la sua lunghissima storia : si trasuda la sua aura di fascino . Si è un viaggio nel tempo quello che respiri in questo luogo : da Gengis Khan a Marco Polo, senza dimenticare Alessandro Magno e Tamerlano, il mitico eroe e condottiero fondatore della dinastia timuride e che la rese bellissima. Si consumano pagine e pagine di inchiostro a decantare la bellezza e lo stupore di luoghi spettacolari come il Registan, la Bibi Khanum o moschea del Venerdi , il mausoleo di Sha-i Zinda o lo struggente Gur Emir, ricoperto di oro e ceramiche, dove, all' ombra della volta , adorna di pietre preziose, riposano le spoglie del grande re e dei suoi discendenti. Non mi dilungo troppo se non dicendo che si, un viaggio a Samarcanda rende quello in Uzbekistan ancora piu indimenticabile e da scolpire nella memoria e nelle emozioni del viaggiatore. Chiude la mia avventura , la capitale Tashkent, che raggiungo in poco meno di due ore di treno veloce ( che sorpresa ! dotato di tutti i comfort , hostess e steward che ti rifocillano con bevande, dolci, caffe, yoghurt e the e puntualità svizzera ). Di capitali brutte nella mia vita ne ho viste. Posso affermare che , la capitale uzbeka, nonostante il suo aspetto moderno e a tratti squadrato , non rientra nel elenco ! Certo non può mancare un giro nella metro in stile art deco, una passeggiata fra i suoi quartieri o un salto fra i caffe' , case da the e ristoranti alla moda, ma una nota di merito da spendere per Tashkent sono senza ombra di dubbio i suoi interessanti musei, oltre che il tripudio di suoni, colori, profumi e del vociare dei venditori nel vibrante bazar Chorsu, fra spezie, frutta e ….molto altro ancora ! E' qui che assapori e godi di un genuino spaccato di vita quotidiana di altri tempi, in una realtà cosi frenetica di una capitale in rapidissima crescita e sempre di corsa. Tutto questo e molto altro è l'Uzbekistan, entusiasmante e mai scontato ! Ah dimenticavo ! Non voglio dilungarmi troppo nel decantare la elaborata e ricercata gastronomia , le pregiate tecniche del ricamo suzane, la qualità delle mille spezie, dolci e del the , tanto the !!!!! Prima di ogni altra cosa, però, voglio ringraziare, davvero e con il cuore lo splendido Uzbekistan per quelle piccole cose che si, sembrano banali, ma in realtà rendono la magia di una meta cosi indimenticabile : la gentilezza , ospitalità e sorriso delle persone, la loro spiritualità quasi timida ma profonda , la loro semplicità ed entusiasmo ….e il loro amore non solo per la vita e o suoi ritmi ma per quello che per loro è vita, il loro e adesso anche un pò mio , O'zbekistani ! Ci vediamo presto. Rakmat !!!!!